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GIOVEDÌ SANTO
La nostra Messa in Coena Domini con l'adorazione eucaristica.

Veglia di preghiera del Giovedì Santo
9 Aprile 2020

Per davvero, per sempre, per noi

Monizione
Questa sera Gesù c’invita, come il discepolo amato nell'Ultima Cena, a chinare il capo sul suo cuore, per sentire, come nel cavo d’una conchiglia, l’eco del suo amore sconfinato, l’oceano del nostro perdono.
Come sant’Ignazio cerchiamo la volontà di Dio interrogando il nostro cuore, e una volta trovata seguiamola con fiducia.
Come la beata Giuliana da Nrowich, sentiamo rivolte a noi le parole del Signore Gesù: “Questa sofferenza è qualcosa, mi sembra, che dura solo per un certo tempo.
Essa ci fa conoscere noi stessi e ci fa chiedere misericordia. E per il tenero amore che nostro Signore ha per noi, Egli ci conforta subito e con dolcezza ci dice: Ma tutto sarà bene, e ogni specie di cosa sarà bene”.
Guardando e adorando Gesù-Eucarestia vogliamo stupirci del fatto che con questo gesto che anticipa la Passione e istituisce la Messa, Gesù ha donato tutto sé stesso per davvero, per sempre e per noi … donandoci così il perdono e la comunione con Dio.


Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 26,17-32)
Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 18Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: «Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la
Pasqua da te con i miei discepoli»». 19I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. 20Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. 21Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». 22Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». 23Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. 24Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». 25Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto».26Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». 27Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28perché questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. 29Io vi dico che d'ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio». 30Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. 31Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti: Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge. 32Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea».


Per davvero
Istituì il Santissimo Sacrificio dell’Eucarestia come massimo segno del suo amore
dicendo: “Prendete e mangiate”.

Ignazio immagina tre tipi d’uomini. Tutti e tre sono in possesso di una grande fortuna, non per loro diritto o merito, perciò sono tenuti a restituirla al suo vero padrone. Il primo uomo vuole tenerla per sé fino alla fine della vita, e disfarsene quando ormai non potrà più servirgli. Ma è proprio il momento finale della vita che rivela il senso di tutta la nostra esistenza. Gesù infatti non ha aspettato l’ora in cui veniva tradito e rinnegato per consegnarsi agli uomini, ma “dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine” (Gv 13,1), cioè in modo perfetto, per davvero. Tutta la sua vita è stata la consegna di sé stesso al Padre e agli uomini. Allora quando dice: “questo è il mio Corpo, questo è il mio sangue”, non è solo un simbolo ma lo sono per davvero: il pane si trasforma completamente nel suo Corpo, e così il vino nel Sangue.

Ignazio immagine anche tre gradini di umiltà. Il primo è quello per cui un uomo o una donna decidono nel loro cuore di non commettere più un peccato mortale, che possa cioè separarli da Dio. È il livello dell’osservanza dei comandamenti, del No al male. Ma questo ancora non basta per avere la vita eterna, per vivere per davvero! Infatti il giovane ricco che aveva osservato sin dalla giovinezza tutti i Comandamenti va da Gesù a domandare qualcosa di più. Gesù guardandolo con amore gli risponde: “se vuoi essere perfetto, va, vendi quello che hai, dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; e vieni, seguimi!” (Mt 19,16-30). Gesù lo invita a seguirlo sulla strada dell’amore perfetto, quello per cui si è disposti a donare tutto se stessi, come Gesù nell’Eucarestia, e così essere davvero uniti a Dio, l’Unico veramente buono. E così vivere per davvero!


Da Revelation about Love, della Beata Giuliana da Norwich
Il nostro buon Signore mi rivelò che è per Lui una grandissima gioia quando un’anima si rivolge a lui spoglia, schietta e familiare. Perché questo è il naturale desiderio dell’anima che riceve il tocco dello Spirito Santo, secondo la comprensione che ho di questa rivelazione: “Dio per la tua bontà dammi te stesso. Perché tu mi basti, e non posso chiedere meno di ciò per renderti il pieno onore che meriti. E se chiedo meno, io mancherò sempre di qualcosa, mentre in te soltanto ho tutto”. E queste parole, “Dio per la tua bontà”, sono molto care all'anima, e vicinissime alla volontà di nostro Signore, perché la sua bontà riempie tutte le creature e tutte le sue opere benedette, e le supera continuamente. Perché Egli è l’infinito, e ci ha creati solo per sé stesso, e ci ha risanati con la sua preziosa passione, e continua a custodirci nel suo amore beato. E tutto questo è opera della sua bontà.

Canto

Per sempre
Mangiò l’agnello pasquale con i suoi dodici apostoli, ai quali predisse la sua morte: “in verità io vi dico: uno di voi mi deve vendere”.

Il secondo tipo d’uomo è uno che va dal padrone per restituire il denaro ma in fondo spera che, essendo il suo padrone buono, glielo lasci ancora in uso, senza che cambi nulla. In fondo i riti di purificazione dell’Antico Testamento celebrati ogni anno nella grande Festa dell’espiazione erano segnati da questa mentalità che, senza accorgersene, portava a mercanteggiare perfino con Dio: lasciami ancora quest’anno, e ti seguirò. Dio non disprezza un cuore che domanda ancora del tempo per convertirsi ma mette in guardia, per mezzo dei profeti e dei fatti della vita, dal rimandare all'infinito il giorno decisivo. Gesù invece quando ha offerto sé stesso sulla Croce, pregando per il perdono di tutti gli uomini, lo ha fatto una volta per tutte! Cioè il suo sacrificio vale per sempre! E continua per noi nella Messa, l’unica grande preghiera che sostiene il mondo intero.

È il secondo gradino di umiltà, che Gesù c’invita a scendere con Lui: quello cioè di farsi indifferenti a tutte le cose create, a non preferirle mai al loro Creatore e Signore. È lo stesso avvertimento che Gesù si trovò a fare a Pietro e ai discepoli dopo che il giovane ricco se ne andò triste. Alla loro domanda: “noi che abbiamo lasciato tutto, che cosa avremo?”, Gesù infatti risponde: “Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, i figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna (Mt 19,27-30).


Da Revelation about Love, della Beata Giuliana da Norwich
Egli mi mostrò una piccola cosa, che stava nel palmo della mia mano, grossa quanto una nocciola. È tutto ciò che è creato. Mi chiedevo con meraviglia come potesse durare, perché mi sembrava che si sarebbe rapidamente ridotta a nulla, tanto era piccola. E alla mia mente fu risposto: “dura e durerà sempre perché Dio l’ama, e così tutte le cose ricevono il loro essere dall’amore di Dio. Quella piccola cosa creata mi sembrò che potesse ridursi al nulla per la sua piccolezza. Di questo dobbiamo avere piena consapevolezza così di evitare di attaccarci alle cose create, per poter amare e possedere Dio che è increato. Perché questo è il motivo per cui entra l’inquietudine nell’anima e nel cuore: noi cerchiamo riposo in questa cosa che è così piccola e che non può offrire alcun riposo e non riconosciamo il nostro Dio che è somma potenza, somma sapienza, somma bontà.


Canto


Per noi
Lavò i piedi dei discepoli, perfino quelli di Giuda.
Così dava esempio di umiltà e per questo disse:
“Io vi ho dato un esempio, perché facciate come io ho fatto”.

Il terzo tipo d’uomo è invece uno che volendo fare solamente la volontà del suo padrone si è già distaccato intimamente da quel bene, di cui il padrone disporrà come gli piace. E così assomiglia veramente a Gesù, il quale, pregando il Padre suo, ha detto: “si faccia la tua, non la mia volontà” (Mt 26,42). E la volontà del Padre è che nessuno degli uomini vada perduto. Gesù dunque si è consegnato alla morte per noi.

Chi si rende conto di essere stato amato da Gesù fino a questo punto – come Maria che ruppe un vaso di alabastro, pieno di profumo molto prezioso, per versarlo sul capo di Gesù – (Mt 26,6-12) desidera allora scendere con Lui il terzo e ultimo gradino di umiltà. Egli vuole imitare e assomigliare di più a Cristo nostro Signore, desiderando piuttosto povertà con Cristo povero che ricchezza; piuttosto oltraggi con Cristo oltraggiato che onori; e di essere stimato insensato e folle per Cristo, il quale per primo fu ritenuto tale, che saggio e prudente in questo mondo. E tutto questo per noi.


Da Revelation about Love, della Beata Giuliana da Norwich
Il nostro buon Signore mi domandò: “sei soddisfatta che io abbia sofferto per te?”. Io dissi: “Sì, buon Signore, e ti ringrazio moltissimo; sì, buon Signore, sii benedetto”. Allora disse Gesù, il nostro buon Signore: “se tu sei appagata, io sono appagato. L’aver sofferto la passione per te è per me una gioia, una felicità, un gaudio eterno, e se potessi soffrire di più lo farei”. E in queste parole: “se io potessi soffrire di più, lo farei” io vidi veramente che tutte le volte che potrebbe morire egli morirebbe, e l’amore non lo lascerebbe mai tranquillo fino a che non l’avesse fatto. Invero benché la dolce umanità di Cristo possa soffrire solo una volta, la sua bontà non cesserebbe mai di offrirsi; ogni giorno Egli è pronto a fare lo stesso se è possibile. Allora quel che vuol dire è questo: “Perché mai non dovrei fare per amore tuo tutto quello che posso? La morte non mi pesa, perché io per tuo amore, morirei tutte le volte che posso, non tenendo in conto le atroci sofferenze”. E qui io vidi una gioia piena in Cristo, perché la sua gioia non sarebbe stata piena se quanto fu fatto avesse potuto essere fatto in modo migliore.


Preghiamo insieme il Salmo 15

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
2 Ho detto a Dio: «Sei tu il mio Signore,
senza di te non ho alcun bene».

3 Per i santi, che sono sulla terra,
uomini nobili, è tutto il mio amore.

4 Si affrettino altri a costruire idoli:
io non spanderò le loro libazioni di sangue
né pronunzierò con le mie labbra i loro nomi.

5 Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.

6 Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi,
è magnifica la mia eredità.

7 Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio cuore mi istruisce.

8 Io pongo sempre innanzi a me il Signore,
sta alla mia destra, non posso vacillare.

9 Di questo gioisce il mio cuore,
esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,

10 perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro,
né lascerai che il tuo santo veda la corruzione.

11 Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena nella tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

Gloria

Ultimo aggiornamento: 19 Aprile 2020 - ore 19:14
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